mercoledì

primo salto nel tempo (in avanti, of course)....

stamattina ho deciso di indossare il mio abito più bello, chiaramente secondo il discutibile gusto estetico di una figlia del grunge che non ha affatto disdegnato il dark facendo poi una veloce capatina nel mondo dell'underground per poi capire che sono tutte stronzate e dunque scegliere di vestirsi come cazzo le pare....
Dicevo, questa mattina una strana ma allo stesso tempo malinconica adrenalina si è impossessata di me e ho vissuto una delle più intense esperienze della mia vita P.M.F ( che sta per "post Mister Fritz")....
Ero pronta come sempre a prepararmi una meravigliosa e contesa tazza d'orzo, forzata alternativa al caffè che ahime "mi rende troppo nervosa", quando guardandomi allo specchio ho pensato che quello no, cazzo, proprio no, quello non sarebbe stato il modo giusto...
sono corsa davanti all'armadio, un invidiabile reperto ikea in attesa di meritata sovvenzione per il restauro dei monumenti considerati di valore altamente culturale e sperando nella fortuna ho pescato nel mucchio seguendo una vago e sbiadito ricordo: alla ricerca dell'abito a pois...
non le strisce, vezzo pop che corteggio da anni, nemmeno la tinta unita....volevo quel pois...
proprio quel vestito nero in seta, stile Betty Page, quello con i pallini verdi...no vabbè voi non potete ricordarlo, quella sera c'eravamo solo io, Mister Fritz, una bottiglia di vino rosso,una candela ed una canzone da ballare...
l'ho trovato al primo acchiappo "cazzo quanto sono fortunata" ho urlato tra me e me mentre il famoso caffè d'orzo strabordava sull'intero piano cottura...mi manca ancora un pezzo per completare l'opera: costosissime scarpe verdi borchiate con plateau e tacco 12, uno di quei modelli superextrafighi, quelli che farebbero invidia pure a Sarah Jessica Parker che notoriamente si porta a casa tutti gli abiti e dunque anche tutte le scarpe di Carrie...(ah...sospiro di invidia), comunque senza perdermi in chiacchiere, girate per un attimo il viso verso destra e osservatemi mentre indosso anche le scarpe e con l'incedere più aristocratico e responsabile che una vittima della calzatura flat possa permettersi, nonostante gli innumerevoli sforzi perpetrati negli anni, mi dirigo con sguardo fiero verso lo specchio...
Nell'aria risuona all'improvviso una canzone, anzi la canzone "Are you really sure
that you'd believe me when others say I lie I wonder if you could ever despise me when you know I really try to be a better one to satisfy you for your everything to me and I'll do what you ask me if you'll let me be free"..
Eccomi sono arrivata, saluto con dignità il mio dolore, ho indossato l'abito migliore.

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